• TRAME

    Installazione realizzata su schede di cartone di un telaio Jacquard, ricuperate nell'ex fabbrica di viscosa TASE a Vaux-en-Velin, vicino a Lione.
    È composta di due tende di 80 (l) x 220 (A) cm e allestita con due pietre sulle quali sono esposti delle stoffe stampate.
    Stampa fotografica con gel medium Golden (mat).

    Camminatori romani dal passo sospeso, ripetizioni infinite di Gradiva quotidiane: la città è diventata trama, camminare, attraversare, tessere i passi, divenire intrecci e disegnare il filo di storie silenziose.
  • LA CADUTA

    Nel suo libro di scritti sull'Arte, Autoportrait au visage absent, così intitolato in riferimento al disegno di Ernst Mach Autoritratto senza specchio, Jean Clair scrive:
    “Questo autoritratto senza testa, questo ritratto acefalo, è l‘esperienza immediata di sé, la più comune che si possa immaginare, poiché è l’immagine che abbiamo di noi ad ogni instante. (...) Di questo io “insalvabile”, sparpagliato, volatilizzato, che ne posso capire? Nessuno si ascolta parlare, si vede camminare. Si può vedersi vedere?”
    (Jean Clair, Autoportrait au visage absent, Gallimard, 2008)

    5 fotografie (30x40cm) stampate su carta aquarello Arches con emulsione fotosensibile Rollei.

    Edizione di cartoline d’artista nell’ambito del progetto Chalet Suisse della Biennale Internazionale del Design 2013 di Saint-Etienne (Francia).
    2012
  • MITOLOGIA DI UN FANTASMA

    Roma, Teatro Furio Camillo
    Stampa su carta acquarello Arches con emulsione fotosensibile Rollei.
    Fantasma, fantôme, fantasme,
    Attraversamento immobile,
    Performance rituale dello svanire,
    Autoritratto a volto celato.

    Finalista premio Argot 2010. Teatro Argot, Roma.
    2010
  • AU TERME D’UN TRAJET DU DESIR

    "Il piede sinistro era avanti e il destro, sul punto di seguirlo, toccava appena con la punta delle dita il terreno, mentre la pianta e il calcagno si alzavano quasi verticalmente. Questo movimento dava una doppia impressione: quella di una lieve agilità nel passo, ma anche quella di stabilità. Questo librarsi in volo, insieme alla sicurezza dell’incedere, conferiva all’immagine la sua grazia specifica. Da dove proveniva e dove era diretta?"
    (Gradiva, fantasia pompeiana, W. Jensen, 1903)

    Questa serie è nata dalla lettura incrociata della Gradiva di Jensen, degli Appunti di montaggio per una Gradiva cinematografica di Raymonde Carasco e degli appunti di Trisha Brown sul peso e lo stato di caduta. Attraverso la ripetizione di un tempo sequenziale, istantaneo e di finzione, ho cercato l’attraversamento verticale dell’inquadratura, il movimento sospeso: movimento-linea, gesto-oggetto.
    "Ogni passo è una caduta interrotta. La cosa essenziale è di salvaguardare questo stato di caduta, non secondo le leggi fisiche, ma secondo un’esperienza della coscienza che fa del peso una fonte di pensiero. Il movimento emerge allora come sulla cresta di un sogno, un tempo rallentato."
    (Trisha Brown, Danse, précis de liberté, Edizioni RMN/Musei di Marseille, 1998)

    3 polaroid, stampa cibacrome.
    2010